Per spiegare perché́ la Lettera a una professoressa non fosse solo sua, ma di tutta la scuola, Don Lorenzo Milani aveva chiesto una prefazione a Giovanni Michelucci, «che è – scrive Milani in una delle sue ultime lettere – come me un maniaco dell’arte anonima e del lavoro d’équipe». Una prospettiva che ribalta quella biografica del Rinascimento, con il suo culto del genio. Una via diversa a una modernità non tossica.
A Roma non piove da tre anni e la mancanza d’acqua stravolge regole e abitudini. Le esistenze dei protagonisti sono legate in un unico disegno beffardo e tragico, mentre cercano ognuno la propria redenzione. Il film ha ottenuto 5 candidature ai Nastri d’Argento, 4 candidature e 2 premi ai David di Donatello.