Pianeta Terra Festival

Cos’è

Pianeta Terra Festival: cos’è

In un superbo racconto del 1973 dal titolo Quelli che si allontanano da Omelas, Ursula K. Le Guin pone la seguente domanda: «Se la felicità di un’intera comunità dipendesse da un solo essere condannato a una vita infelice, che cosa accadrebbe?». Tale quesito sembra scritto apposta per introdurre il tema di quest’anno di Pianeta Terra Festival: le comunità naturali.

Tutti a Omelas sono felici, eccetto un unico bambino, rinchiuso nei sotterranei di un palazzo. Tutti conoscono la sua condizione e sanno anche che se a quel bambino venisse accordata un po’ di felicità tutti gli abitanti di Omelas non godrebbero più della condizione di assoluta felicità. Ma saremmo disposti a scambiare la felicità di un’intera comunità al prezzo dell’infelicità di una sola persona? E se, invece di una, il prezzo fosse l’infelicità di due persone? O cento, o mille? Qual è la quantità di infelici che siamo disposti ad accettare? Il dilemma è uno dei più antichi della nostra storia. Sembra trattarsi di un quesito squisitamente etico, eppure le sue radici affondano nella biologia evoluzionistica, cioè nei comportamenti della nostra e delle altre specie viventi.

Perché numerosissime specie investono una parte significativa delle loro energie nel soccorso degli individui più deboli presenti all’interno delle loro comunità?

A prima vista sembrerebbe un comportamento illogico e incomprensibile a meno di ricorrere alla morale. Per spiegarlo bisogna cominciare dalle basi della teoria evoluzionistica, da quella lotta per l’esistenza che Darwin intende in maniera prevalentemente metaforica e che i cosiddetti darwinisti sociali travisano. A causa loro, infatti, passa l’idea della vita come un’arena in cui prevale il migliore. Una banale e inesatta rappresentazione della teoria dell’evoluzione.

In realtà Darwin ha un’idea differente dell’evoluzione: non è il più forte o il più furbo o il più intelligente a sopravvivere, ma il più adatto. È un’idea rivoluzionaria che non ha nulla da spartire con la banale visione gladiatoria della vita. Chi sia il più adatto, infatti, non è dato saperlo. Poiché non è possibile prevedere il futuro, non possiamo conoscere a priori quali saranno i requisiti che renderanno alcuni individui più adatti a sopravvivere. Così, una delle strategie più efficaci che una comunità può adottare è quella di aiutare ciascuno dei molti individui che la compongono. Indiscriminatamente. È per questo che molte comunità naturali – esattamente quelle di cui ci occuperemo nel corso di questa terza edizione di Pianeta Terra Festival – praticano il “mutuo appoggio”. Gli individui o le comunità più adatte, infatti, in barba ai darwinisti sociali e alle loro banali esaltazioni del migliore, sono senza dubbio quelle cooperative.

Nel 1902 Pyotr Alexeyevich Kropotkin, filosofo, grande biologo evoluzionista e oppositore delle semplicistiche tesi di Huxley, dava alle stampe un fondamentale libro dal titolo Il mutuo appoggio. Un fattore dell’evoluzione, il cui incipit riguardante le sue esperienze in Siberia e Manciuria recita: «Da una parte vedevo l’estremo rigore della lotta per l’esistenza che quasi tutte le specie animali hanno da sostenere in queste regioni contro una natura inclemente; l’annientamento periodico di un enorme numero di esistenze, dovuto a cause naturali; e, di conseguenza, la povertà della vita sopra tutto il vasto territorio che ho avuto occasione di osservare. Dall’altra parte, anche in qualche zona ove la vita animale abbonda, non potei constatare – nonostante il mio desiderio di riscontrarla – questa lotta accanita per i mezzi di sussistenza, fra gli animali della stessa specie, che la maggior parte dei darwinisti (benché non sempre Darwin stesso) consideravano come la principale caratteristica della lotta per la vita ed il principale fattore dell’evoluzione».

Una visione che, dalle ricerche fondamentali della biologa Lynn Margulis in poi, sappiamo essere sostenuta da solide evidenze scientifiche. La cooperazione, infatti, il mutuo appoggio o, come si usa dire oggi, la simbiosi, è uno dei motori fondamentali dell’evoluzione.

Nelle comunità naturali, la competizione fra individui ha efficacia soltanto in presenza di due condizioni: un ambiente favorevole e stabile e un’abbondanza di risorse. Quando uno di questi fattori non è presente, il mutuo appoggio è di gran lunga il sistema più efficiente per garantire la sopravvivenza di tutti. E questo è ancor più vero in condizione di scarsità di risorse, contrariamente a quanto suggerisce il senso comune che vede nella competizione la carta vincente! Se avessimo ragionato in termini di specie, il mutuo appoggio sarebbe stata l’opzione naturale, ancor prima di diventare una scelta morale. Ma di questo e tanto altro si discuterà nei molti incontri previsti nei quattro giorni di Pianeta Terra Festival.

Vorrei condividere con voi una riflessione cui tengo particolarmente: siamo alla terza edizione del nostro Festival e, anno dopo anno, si è formata una comunità interessata e consapevole di ciò che accade su questo nostro pianeta. Una magnifica comunità che ha scelto di non essere ignara e irresponsabile nei confronti del resto dei viventi della sua specie o di altre, che ha scelto di impiegare una parte significativa delle sue energie alla loro cura.

È la comunità cui sono sempre più orgoglioso di far parte.

Stefano Mancuso
Direttore scientifico del Festival

La Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca persegue gli obiettivi di coesione sociale e di solidarietà mutuando questi stessi valori dalle motivazioni che nel corso del diciannovesimo secolo fondarono la nascita della Cassa di Risparmio di Lucca. Nell’età delle magnifiche e progressive sorti, la crescita dell’economia industriale si accompagnò alla graduale attenzione verso i grandi temi della questione sociale. Al paradigma dell’evoluzionismo e della trasposizione della norma del più forte alla sfera collettiva si contrappose in quello scorcio di secolo un acuito richiamo alla solidarietà e alla necessità di costruire concreti strumenti di protezione mutualistica per rispondere alle drammatiche condizioni di fasce crescenti di popolazione senza protezione sociale, sanitaria e senza accesso alle opportunità formative. Al paradigma dello spicciolo evoluzionismo, che tanta fortuna ebbe anche nel contesto filosofico, si contrappose una teoria dello sviluppo fondato sulla reciprocità e sul mutualismo, che fu posta alla base di numerose attività ispirate a princìpi laici e cristiani di solidarietà. Alla legge del più forte si contrapposero i valori della comunità e dell’aggregazione, tanto presenti nelle teorie darwiniane, quanto sottovalutati. La Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca opera ancora oggi in questa direzione e lo fa indirizzando parti rilevanti delle proprie risorse per agire in termini sussidiari alleviando e limitando l’ampio spettro del disagio. Dal sostegno agli acquisti dei libri ad uso scolastico al finanziamento del programma dei soggiorni estivi; dalle misure a supporto del micro-credito agli interventi volti a garantire il diritto alla casa; dalla partecipazione ai progetti rivolti alla lotta alla dispersione scolastica e al miglioramento della qualità didattica alle grandi progettualità della Fondazione con il Sud; dall’attenzione all’esercizio della salute nelle aree montane alla prossima apertura nel centro storico di Lucca di una casa per l’accoglienza e l’ospitalità di soggetti portatori di patologie complesse. Le aree di intervento sono molte e diversificate. La Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca agisce nella consapevolezza che una comunità coesa è una comunità più forte anche sul piano economico e che la ricchezza accumulata deve riverberare i suoi effetti positivi sulla società nella sua interezza e in particolare verso le crescenti aree di vecchie e nuove povertà. La traccia di questa edizione del Festival – Le comunità naturali – non è solo il perimetro scientifico che intreccia gli interventi, ma un invito a pensare il consorzio umano come straordinario esito dello sviluppo della vita, reso possibile più dall’attitudine ad una comune risposta alle avversità che da un’incessante propensione alla sopraffazione da parte del più forte. Si tratta di un auspicio di grande significato che il genere umano deve sapere accogliere per affrontare e rimuovere le cause di incombenti crisi socioeconomiche, belliche e ambientali, oramai spesso reciprocamente dipendenti.

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